Miti e Leggende

Aci e Galatea

Aci e Galatea: la leggenda dei due giovani innamorati

La leggenda di Aci e Galatea è una delle molte storie e dei racconti che caratterizzano la zona siciliana dell’Etna e della città di Catania. Secondo il mito, Aci (in greco Ἂκις) era un bellissimo e giovane pastore, figlio di Fauno e della ninfa Simeto. Nelle Metamorfosi del poeta latino Ovidio (libro XIII), troviamo raccontato che Aci si innamorò della ninfa Galatea, una Nereide dalla pelle color del latte, figlia di Nereo e Doride. Galatea era la più amata e la più bella delle cinquanta Nereidi, inoltre era molto cara agli dei. A sua volta, la giovane ninfa era una delle mire amorose del ciclope Polifemo. Galatea aveva tuttavia respinto le proposte amorose del ciclope.

I due giovani, Aci e Galatea, si erano innamorati ed una sera, al chiaro di luna, si trovavano insieme in riva al mare. Li vide Polifemo che, accecato dalla gelosia, scagliò un masso contro Aci, uccidendolo, mentre la ninfa si era tuffata in mare. Appena scoperta la terribile notizia, la ninfa accorse subito dall’amato fanciullo e pianse amaramente sul suo corpo. Il sangue del giovane fu trasformato dagli dei, che si erano impietositi a tale vista, in un fiume d’acqua dolce che scendeva lungo i pendii dell’Etna e passava lungo la riva dove si trovavano i due amanti; tale fiume prese il nome, appunto, di Aci.

Secono Ateneo, questo mito fu inventato da Filosseno di Citera, un poeta ditirambico greco, come satira politica contro la tirannide di Dioniso I di Siracusa (la cui prima concubina si chiamava, non a caso, Galatea). Oltre a questa motivazione, questa storia fa parte dei miti eziologici, che pretendono cioè di spiegare fenomeni od elementi naturali (in questo caso il fiume Aci).

Lascia un commento

privacy policy