Miti e Leggende

Aretusa

Il mito di Aretusa: la ninfa di Diana

Aretusa, in greco antico Ἀρέθουσα, era figlia della divinità marina Nereo e della ninfa Oceanina Doride. Aretusa era una ninfa del seguito di Diana, e trascorreva le giornate nei boschi rigogliosi che si trovavano presso il monte Olimpo. Si dice che Aretusa fosse tanto bella quanto timida di mostrarsi agli uomini. Di lei si innamorò Alfeo, uno dei figlio dei dio Oceano, mentre la spiava che si faceva il bagno nuda dopo aver fatto una battuta di caccia insieme alle altre ninfe. Secondo un’altra versione del mito, sia Aretusa che Alfeo erano cacciatori, e si erano incontrati nel bosco durante la caccia.

Aretusa lo respinse e fuggì da Alfeo, giungendo all’isola di Ortigia, a Siracusa. Lì la dea Artemide, alla quale la ninfa Aretusa aveva chiesto protezione, la avvolse in una nebbia, che la occultò agli occhi di Alfeo, e poi la trasformò in una fonte. Gli dei ebbero poi pietà del povero Alfeo innamorato, e gli permisero di scorrere come fiume sotterraneo sotto il mare Ionio e, dal Peloponneso, sgorgò nel porto di Siracusa, vicino alla sua amata Aretusa. Quest’ultima deviazione del fiume Alfeo è citata anche nella quinta delle dodici fatiche compiute da Eracle. Etiologicamente, questo mito spiega la natura sotterranea del fiume Alfeo.

Sono molte le opere, antiche e moderne, in cui la ninfa Aretusa è citata. Le principali sono: le Metamorfosi di Ovidio, la Teogonia di Esiodo, l’Iliade di Omero, in Pausania, nelle Bucoliche, Georgiche ed Eneide di Virgilio, negli Idilli di Teocrito, in Dante e Boccaccio, in Ariosto, in John Keats, in Pascoli, Carducci, Montalee, Salvatore Quasimodo e d’Annunzio.

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