Miti e Leggende

Enea

Enea (dal greco antico: Αἰνείας ), è un personaggio del mito greco. Ritenuto figlio di Anchise, un uomo mortale, e della dea della beltà, Venere. Enea fu il principe dei Dardani ed era noto per il suo coraggio ed il suo valore come guerriero, soprattutto quando partecipò alla guerra di Troia. Enea fu anche il protagonista del capolavoro di Virgilio, l’Eneide, che prende proprio nome da lui. Enea è rappresentato nel mito come un uomo in grado di ubbidire agli dei, un personaggio umile quanto valoroso e forte.

Per quanto concerne la sua stirpe, egli nacque da Anchise: Zeus, che era geloso di Afrodite e ne era innamorato, non potendo avere un figlio con lei decise di farla innamorare di un essere mortale. Anchise, figlio di Temisto e Capi, un pastore, fu il prescelto: fu visto mentre faceva pascolare le mandrie sui colli del monte Ida. Venere rimase estremamente colpita dalla sua bellezza e dalla sua forza. Costei decise di sedurre Anchise e lo fece prendendo le vesti di una donna, sostenendo di essere figlia del re Otreo. Così la dea sedusse Anchise e insieme giacquero, ed ella concepì un bimbo, Enea. Quando il mattino seguente Afrodite rivelò ad Anchise la sua natura divina, egli si spaventò a morte, e le chiese di risparmiagli la vita. La dea però lo rassicurò, chiedendogli di non dire nulla del bambino, altrimenti Zeus avrebbe voluto vendicarsi. Qualche giorno più tardi però Anchise si trovava in locanda e bevve troppo. In quell’occasione rivelò di aver giaciuto con Afrodite. Zeus decise di fulminarlo, ma Afrodite stessa lo protesse. Tuttavia il capo degli dei per punizione lo privò della vista.

Enea nacque proprio sul monte Ida, e venne allevato dalle ninfe e quindi educato dal centauro Chirone, saggio e taumaturgo. Enea venne poi cresciuto da Alcatoo, e diventò un valido militare. Combatté durante la guerra di Troia. Si scontrò anche con Diomede, come narra Omero nell’Iliade, e venne ferito da un masso e venne salvato solo dall’intervento della madre. Enea si scontrò anche a duello con Achille dopo la morte di Patroclo; Achille cercò di colpirlo con una lancia ma mancò la mira. Enea venne salvato dall’ira di Achille da Poseidone.

Enea è protagonista dell’Eneide, un poema epico che venne scritto da Virgilio nel I secolo a.C. L’Eneide narra la fuga di Enea da Troia, assieme al padre Anchise ed al figlioletto, Ascanio. La moglie di lui, Creusa, viene perduta durante la fuga. Enea rimarrò imbarcato per sette anni perché Giunone, sua nemica, rende difficile il viaggio provocando tempeste enormi. Quando finalmente giungono a Cartagine, Enea si innamora di Didone. Enea però non vuole fermarsi in quel regno ma vuole raggiungere l’Italia. Didone, disperata per la partenza dell’amante, si uccide con una spada maledicendo il popolo di Enea.

Il padre di Enea muore durante il viaggio, lo incontra per ricordargli che egli fonderà un grande impero. Enea giunge in Lazio, dove trova il regno di re Latino, che ha una figlia di nome Lavinia. Per sposare Lavinia, Enea sfida il promesso sposo di lei, il capo dei rivoltosi, Turno. La guerra dura molto tempo perché anche gli dei interferiscono; infine però la vittoria è di Enea che uccide Turno. Egli fonda assieme alla sua sposa il regno che sarà Roma.

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