Archeologia

Glossario Archeologico

ABACO – Elemento architettonico, lastra quadrata che costituiva la parte superiore del capitello


ABSIDE – Costruzione, spesso facente parte di un più complesso edificio, costituita da una struttura ad andamento semicircolare, sulla quale si svolge una volta a calotta semisferica. Elemento tipico dell’architettura romana, rara in quella greca.


ACROMO – Non colorato.


AGHI CRINALI – Grossi spilli da infilare nei capelli.


ALABASTRON – Contenitore per unguenti, prevalentemente in materiale fittile.


AMBONE – Tribuna rialzata di alcuni gradini che, nella basilica paleocristiana, serviva alle allocuzioni, alle letture e canti della liturgia pubblica.


AMBULACRO – Passaggio coperto, corridoio.


AMMIRAGLIATO (ancora) – Tipo di ancora con ceppo mobile ma unito al resto dell’ancora. Si chiama “Ammiragliato” perchè era ritenuta un’invenzione britannica del 18esimo secolo, in realtà già in uso in epoca romana.


ANFORA – Vaso a due anse, atto al trasporto e conservazione di liquidi e altre merci, largamente usato fin dalla tarda età micenea e in tutta l’età classica. A volte le anfore servivano anche per inumazioni infantili, come dimostra la ricostruzione sottostante, dal palazzo di Mallia a Creta.


ANFORISCHI – Tappi per chiudere le anfore: ne avevano la stessa forma, ovviamente più piccoli, ed erano in terracotta.


ANTEFISSA – Elemento decorativo che termina la testata degli embrici sui tetti dei templi greci, etrusco-italici e romani. Le più antiche sono in terracotta.


ANTEFISSA A PALMETTA – Motivo decorativo di un tipo di antefissa.


ANTEMURALE – Diga isolata disposta a protezione delle bocche d’accesso del porto.


APOTROPAICO – Che ha fine magico, per annullare il male.


ARCHITRAVE – Elemento che, nel sistema costruttivo, si dispone orizzontalmente al disopra dei due elementi verticali portanti, in modo da chiudere superiormente un vano quadrangolare.


ARGONAUTA – Mollusco marino della classe dei Cefalopodi, come pure il nautilo, con guscio esterno e otto piedi. Abituale nell’arte minoica come motivo ornamentale.


ARYBALLOS – Ariballo o piccolo vaso per profumi e oli, per lo più a forma di globo od ovale, con collo molto stretto e una sola ansa: particolarmente diffuso in Grecia nell’età arcaica, dal IX al VII secolo a.C.


ASKOI – Asco, nome con cui si distingue una classe di vasi che prendono forme di figure animali, pesci, uccelli, ecc. Hanno talvolta un beccuccio laterale e decorazioni geometriche. Molto diffusi in Grecia e in Italia, anche in età classica.


ASSE – Unità monetaria presso gli antichi popoli dell’Italia centrale. L’asse romano, durante tutta la Repubblica, ha sul dritto l’immagine di Giano bifronte e sul verso una prua di nave.


ASTRAGALI – Ossa del tarso (del piede). Anticamente quelli di capre e montoni erano usati come dadi da gioco. Nei ceppi d’ancore venivano fusi nel piombo a fini propiziatori.


AURUSPICINIA – Dottrina divinatoria attraverso l’esame dei visceri degli animali, specialmente del fegato.


AUSONI – Genti di stirpe non greca (Italici come i Latini), che abitavano fra il Lazio meridionale e lo stretto di Messina.


BACCELLATO – Motivo decorativo costituito da elementi convessi o scanalature concave che formano un ornamento di una superficie o modanatura architettonica. Frequente nell’antichità classica come ornamento di urne, vasi e simili.


BACINO – Denominazione generica di recipiente di vari materiali, di forma rotonda, basso, a bordi rovesciati.


BENNA – Apparecchio per presa che, applicato a una gru, serve a sollevare materiali o scavare terreni sciolti.


BETICA – Antica provincia romana della Spagna meridionale (odierna Andalusia).


BIPENNE – Simbolo sacro fondamentale del culto minoico. Compare sul bucranio è infissa su scale, è motivo ornamentale nella pittura vascolare o è incisa su pareti e pilastri all’interno dei palazzi.

BOCCALE – Vaso, in terracotta o vetro, con pancia larga e poi ristretto, con beccuccio da un lato e manico per mescere.


BOCCOLA – Borchia, anello, oggetto a forma di anello.


BOLLO – Impronta in rilievo, lasciata da un marchio metallico o sigillo.


BUCCHERI – Vasi caratteristici di un’argilla nerastra e lucida. Pare che il colore nero fosse ottenuto con un processo di fumigazione prima della cottura; è caratteristico quello nero in Etruria, grigio in Grecia e in Spagna. La produzione cessò nel IV sec. a.C.


BUCRANIO – Motivo ornamentale rappresentato da testa di toro


CADUCEO – Asta che recava in alto due serpenti intrecciati, terminante con due ali spiegate. Era simbolo di prosperità e pace, portato dagli araldi e da Ermes (Mercurio), in quanto messaggero di Zeus.


CALCARENITE – Tufo calcareo, roccia a struttura porosa e friabile.


CANOPOrecipiente destinato a contenere le ceneri del defunto: esemplari più antichi hanno una copertura in foggia di maschera; successivamente l’oggetto assunse forme antropomorfe, con anse che sembrano braccia e il coperchio rappresentato da una testa in ceramica.


CANTARO – Vaso da bere caratterizzato da due ampie anse che sormontano l’orlo.


CARTIGLIO – Raffigurazione per lo più dipinta o scolpita, di un rotolo cartaceo in parte spiegato, spesso contenente un’iscrizione. Analogamente si dà il nome di cartiglio a un figura di forma ovale che racchiude nomi.


CERAMICA ARETINA – Vasi a vernice rossa. L’argilla è molto depurata, ben cotta e coperta con una sottile e lucente vernice rosso-corallina. Caratteristiche le decorazioni a rilievo applicate. Questa produzione fu realizzata circa dal 25 a.C. al 25 d.C. E’ stata molto esportata.


CERAMICA, TERRA SIGILLATA SUD GALLICA – Realizzata nel I sec. d.C. nel sud della Gallia. Numerose furono le fabbriche che imitarono i vasi aretini, creando la cosiddetta “terra sigillata”.


CHITONE – In senso lato, un involucro qualsiasi, dal sacco alla corazza. In senso stretto, la veste fondamentale dell’abbigliamento dei Greci, che uomini e donne indossavano sulla pelle. Poteva essere appuntato su entrambe le spalle o solo sulla sinistra, per maggior libertà di movimento, soprattutto da parte di persone addette a lavori manuali. Aveva fogge diverse, corto alla coscia o lungo fino ai piedi, variamente drappeggiato e trattenuto con una o due cinture, che lo facevano “sborsare” per conferire eleganza e mettere in evidenza la figura. Poichè non si sono trovate tracce di ferri da stiro, le pieghe dovevano essere pressate con pesi.


CIATO (Kiotoi) – Sorta di profondo mestolo di bronzo o di metallo più prezioso, per attingere vino dai crateri, usato dal coppiere, generalmente un bellissimo Efebo.


CIBORIO – Tabernacolo marmoreo costituito da una copertura di varia foggia, sostenuto da quattro colonne; nelle basiliche cristiane sovrastava l’altare.


CISTA – Contenitore di oggetti per la toeletta, generalmente cilindrico, realizzato in un primo tempo in cuoio e lamina di bronzo traforato, e successivamente interamente in bronzo, con incisioni decorative, raffiguranti scene mitologiche e di vita quotidiana. Il manico al centro del coperchio e i piedini erano piccole sculture realizzate a parte e poi saldate al corpo, sul quale erano applicati anelli per appendere la cista. Contenevano pettini, specchietti, spille, strigili, vasetti per unguenti e quant’altro servisse per la cura e l’igiene personale. Dall’iscrizione sulla famosa Cista Ficoroni si sa che questi oggetti facevano parte del corredo dotale delle fanciulle, mentre la scritta sul coperchio dice che questa particolare cista fu realizzata da Novos Plautios e fu donata alla figlia dalla matrona romana Dindia Macolnia. Fu ritrovata nella necropoli della Colombella, vicino Praeneste, oggi Palestrina, dall’antiquario settecentesco Francesco Ficoroni. E’ conservata presso il Museo di Villa Giulia a Roma.

Il Club Archeomedia segnala:

Un reperto forse unico nel suo genere è venuto alla luce nell’estate del 2003, durante gli scavi di un antico tempio romano a Londra, in un sito del I secolo. Si tratta di una scatola metallica per cosmetici, su cui sono state rilevate impronte digitali , contenente una crema bianca in ottimo stato di conservazione, che gli archeologi ritengono possa essere stata una crema di bellezza.

La scatoletta cilindrica misura cinque centimetri d’altezza e sei di diametro, ed è finemente lavorata. Probabilmente era un oggetto prezioso e apparteneva a una persona di alto rango. e’ stata rinvenuta in un fossato insieme con svariati contenitori di ceramica, il che induce a supporre che nel sito si celebrassero cerimonie rituali accompagnate da offerte votive. E’ noto, infatti, che le donne romane, così come alcuni sacerdoti, si truccavano il viso prima di visitare un tempio, mentre i cosmetici erano usati in alcune cerimonie funebri.
(Da Archeomedia newsletter n. 24 , 2003)


CIZICO – Antica città dell’Asia Minore, sulla costa meridionale della Propontide, di cui restano varie rovine presso l’odierna Balkiz.


CLORITE – Minerale di colore verdastro, usato nell’Antichità per realizzare vasi e oggetti litici.


CONCI (DI TUFO) – Blocchi di pietra, facenti parte di una struttura muraria. A tal fine erano lavorati in modo da assumere forme definite e regolari, per combaciare con gli elementi contigui.


CONCREZIONI MARINE – Aggregamento di sostanze minerali.


COPPI – Tegole curve per coperture di tetti; servono per coprire i giunti delle tegole piane o embrici.


CORINZIA (ANFORA) – L’ottima argilla locale e l’industria di profumi svilupparono a Corinto una ricca produzione di ceramica. Nel VI secolo continua la produzione di piccola ceramica, ma anche quella di grossi vasi, idre, anfore e crateri.


CORNA DI CONSACRAZIONE – Simbolo a forma di corna di toro, tipico della religione minoica, usato per decorare cornicioni, affreschi e pittura vascolare.


COTTO – S’intende terra o argilla che ha subito l’azione del fuoco nella fornace.


CRATERE – Grande vaso nel quale si miscelavano acqua e vino da servire nei banchetti. Originario delle civiltà assira, fu importato dai Fenici in Grecia e da lì migrò nel mondo romano. Sino alla fine di Roma, il cratere fu un utensile fondamentale nella casa ma anche un oggetto prezioso offerto nei templi come dono votivo. A seconda delle sue forme assume nomi diversi: il cratere “a calice” ha appunto corpo snello come un calice. Il cratere “a volute” ha alte anse che sormontano la bocca del vaso con le loro volute. Il cratere “a campana” ha corpo più largo e panciuto.


CROGIOLO – Recipiente per lo più di forma tronco-conica, usato per la fusione dei metalli.


CRETULA – Impronta di sigillo impressa su argilla ancora tenera.


CUMINO – Erba originaria del Turkestan e coltivata nel Mediterraneo per i frutti, usati come condimento nella cucina, in medicina, in profumeria.


CURETI – Divinità minori della mitologia greca, che allevarono Zeus bambino.


DIADUMENO – Nell’antichità classica figurazione dell’atleta nell’atto di cingersi intorno alla testa la benda, simbolo della vittoria. Soggetto trattato dagli artisti greci, tra cui Fidia. Famoso il Diadumeno di Policleto.


DIDRACMA – Più nota come statere


DOLIOLA – Si riferisce a dolium di piccole dimensioni.


DOLIUM – Grande contenitore a forma globulare, nel quale i Romani conservavano sostanze liquide, come olio e vino, e sostanze secche, come legumi e grano.


DORICO (fregio) – Pertinente allo stile dei Dori, uno dei tre gruppi dell’antica Grecia (Dori, Ioni, Eoli). E’ una zona decorata con andamento orizzontale, in cui il fregio dorico riprodurrebbe le forme lignee originarie.


DRACMA – La principale unità monetaria dell’antica Grecia, in uso già nel VII sec. a. C., prevalentemente d’argento, di peso variabile a seconda del luogo e del periodo.


EMBRICE – Tipo di laterizio usato per la copertura a tetto, indicato anche con il nome di “tegola piana”, costituito da lastre a forma trapezoidale.


EPHEDRISMOS – Gioco molto popolare nella Grecia antica, che consisteva nel colpire con un sasso un oggetto infisso nel terreno. Il vinto doveva poi portare in spalla il vincitore.

EPINEION – Ancoraggio, scalo, porto.


ERMA – Pilastro a sezione rettangolare, sormontato da testa umana, in origine maschile e barbuta. Anticamente rappresentava il dio Ermete, da cui il nome.


ESEDRA – Nella casa greca e romana signorile era un ambiente attiguo all’atrio, con il lato affacciato sul peristilio completamente aperto, munito di sedili e utilizzato come sala di convivio. Le esedre potevano anche essere luoghi di ritrovo pubblici, prevalentemente a forma di emiciclo, con sedile corrente, di marmo o pietra.


FAIENCE – Mistura di sabbia, quarzo, soda e calce, variamente colorata, per realizzare statuine votive e gioielli.


FAUNO – Antichissima divinità italica, protettrice dei campi e delle greggi. Si identifica con il dio greco Pan. Si confuse quindi con i Pani e con i Satiri, e si parlò di innumerevoli fauni come di semi-dei boschivi, però non con il carattere lascivo che contraddistingue i satiri.

FIBULA – In archeologia “fibbia”, “fermaglio”.


FITTILE – Plasmato, fatto di terracotta.


FOCULI – Vassoi in bucchero – tipica ceramica nera e lucida – per offerte rituali.


FUSERUOLA – Utensile in terracotta o – più raramente – in metallo di forma sferica o biconica, con foro centrale per ospitare un fuso da lana.


GARUM – Salsa di pesce usata dagli Antichi, fatta in genere con interiora di sgombro e altri pesci, macerate e marinate.


GEROGLIFICI – Probabilmente l’esempio di scrittura geroglifica più antica è il “disco di Festòs” (Creta), unico al mondo nel suo genere, che costituisce il teso scritto più discusso dell’Antichità, ancora indecifrato, attribuito al periodo neopalaziale (1900-1650 a. C.) della civiltà minoica.

E’ un disco di terracotta, sulle cui facce si trova un’iscrizione con andamento spiraliforme, complessivamente composta da 242 simboli suddivisi in 61 gruppi, ottenuti per impressione nell’argilla cruda, per mezzo di stampini o “caratteri tipografici” mobili, presumibilmente di legno. I simboli sono in gruppi di due o tre, separati da linee verticali, e comprendono 45 segni diversi ripetuti nei diversi gruppi.


GORGONE – Mostro mitologico, spesso usato come motivo decorativo.

GRAPPE – Elementi metallici destinati a tenere uniti i singoli elementi di una struttura, utilizzati con questo scopo anche nei dolia.


GRIFONI – Animali mitologici alati, con testa d’aquila e corpo di leone, custodi degli dei e dei loro tesori. Originari dei miti orientali, passarono all’arte minoica e poi in quella greca.

GUTTUS – Vaso usato dagli antichi per profumi e oli, e anche per l’acqua da versare sulle mani dei commensali. Aveva un collo lungo e stretto, era d’argilla o metallo. Oggi, per convenzione, si dà tale nome a un piccolo vaso a corpo discoidale, chiuso e con il becco lungo, con piccola ansa ad anello. Il disco superiore del corpo ha generalmente decorazione a rilievo.


HADAD – Nome, nell’antica Siria, del dio della tempesta, pioggia, folgore e tuono. Venerato in tutta l’Asia occidentale antica.


HADRUMETUM – Nome latino della città di Sousse in Tunisia.


HYDRIA – Il termine, di etimologia greca, designa il vaso utilizzato nell’Antichità specialmente come contenitore di acqua ma, presumibilmente, anche di uso più esteso. Tipici sono i tre manici, di cui due laterali orizzontali e uno sul tergo, verticale. Presenta basso piede, corpo panciuto, svasato verso l’alto od ovoide; collo approssimativamente alto e stretto. E’ diffuso largamente in tutta la tipologia della ceramica antica, dall’età arcaica a quella ellenistica, in Grecia e in Italia. Ben attestati sono gli esempplri in bronzo. L’idria era anche utilizzata come contenitore dei voti durante le assemblee giudiziarie.


IDEOGRAMMA – Simbolo grafico, tipico della scrittura arcaica – che rappresenta non un suono o una sillaba, ma un intero concetto.


INFUNDIBULUM – L’infundibolo, presso gli antichi Romani, era un vaso che serviva da imbuto: si restringeva verso l’estremità inferiore, munita di foro per il passaggio del liquido.


KALPE – Grande vaso (hydria) per attingere acqua, o per riporre le ceneri di un defunto.


KERNOS – Vaso fittile costituito da più recipienti uguali; anche recipiente cultuale dalle svariate cavità, per l’offerta di semi, liquidi o frutti.

KLINE – Divano, letto.


KOTHON – Bacino per ricovero di imbarcazioni.


KYATHOI – Ciato, piccolo vaso per attingere il vino, a guisa di ciotola con un lungo manico.


LABRYS v. bipenne


LACONICO (BOCCALE) – Vaso lacedemone, spartano.


LAPIDARIA – Chiatta romana per trasporto.


LARNAX, o sarcofago – Grande contenitore, in pietra, marmo o materia fittile, per inumazioni.


LEBETE – Recipiente, generalmente di bronzo, per scaldare l’acqua, cucinare, lavarsi. Poi fu impiegato per le abluzioni rituali, nuziali, funebri.


LEGNO DI BOSSO – Legno giallo, molto duro. Pianta mediterranea spontanea nei luoghi aridi.


LEKANAI – Coppa portavivande.


LEKYTHOI – Vaso di fogge diverse, dal corpo grosso e dal collo stretto e lungo, con o senza impugnatura, per contenere unguenti. Quelli a collo corto si chiamano aryballos.


LITODOMI – Animali – specialmente molluschi bivalvi e alcune spugne – capaci di corrodere le rocce calcaree, meccanicamente come per effetto di una raspa o chimicamente per l’escrezione di acidi, e poi di annidarvisi.


LISIPPO – Scultore greco nato nel 370 a.C., attivo all’epoca di Alessandro Magno.


LOPAS – Forma di vaso poco profondo.


LOUTERION – Piccolo altare che faceva parte della dotazione di bordo e che serviva per accendere fuochi agli Dei.


LONTERA – Arula in terracotta.


LORICA – Corazza degli antichi; prima fu in cuoio, poi metallica.


LUCERNA. – Lampada a combustibile liquido, soprattutto olio.


LUSITANIA – Indica la regione della penisola Iberica occidentale corrispondente circa al moderno Portogallo.


MAMERTINI – Nome derivato dal dio Mamerte, con il quale si designavano i mercenari italici del tiranno Agatocle.


MARMO PARIO – Varietà di marmo bianco dell’isola di Paro in Grecia, pregiato nell’antichità e usato per sculture e in architettura.


MASCOLO – Nelle antiche artiglierie a retrocarica è il cilindro cavo con cui si poneva la carica di polvere e poi veniva applicato alla bocca da fuoco, forzandolo a colpi di mazzuolo in una staffa fissa alla culatta o in un prolungamento laterale della stessa.


MASSALIA – Odierna Marsiglia, fondata nel seicento a.C. dai Focesi.


MASSALIOTE – Anfore fabbricate a Massalia.


MASSALIOTI – Antichi coloni greci di Marsiglia.


MAURETANIA – Antico nome della regione occidentale dell’Africa che comprende l’odierno Marocco e parte dell’ Algeria.


MEGARESI – Abitanti di Megara, città della Grecia orientale a 32 Km da Atene.


MEGARON (arch. minoica) – Edificio sontuoso a due piani, sede di alti dignitari.


MEGARON (arch.greca) – Edificio costituito da un vestibolo, decorato all’esterno da due colonne lignee, da un propileo e da un vasto locale che ospita il focolare.


MESSAPICO – Tipico dei Messapi, antichi abitanti della Puglia.


METOPA – Lastra in marmo di forma squadrata, spesso decorata con bassorilievi, che si alternava ai triglifi nei fregi dei templi dell’ordine dorico.


MENADI – Seguaci del culto orgiastico di Dioniso.


MODANATURA – Elemento sagomato di una membratura architettonica, ma anche di mobilia in legno.


MONOLITE – Grosso blocco in pietra in unico pezzo.


MONOSSILE – Riferito a imbarcazione primitiva, scavata da un unico tronco d’albero.


MURENARIO – Vasche per l’allevamento di murene, le cui carni erano considerate molto pregiate dai Romani.


NAISKOI – Nome con cui sono indicate le edicole o i tempietti che racchiudevano statue di dei.


NAUTILO – Mollusco marino della classe dei Cefalopodi. Afferra il cibo con i tentacoli che ha in bocca. Abituale nell’arte minoica come motivo ornamentale.


NINFEO – In origine santuario delle Ninfe; poi, in epoca ellenistica e romana, costruzione di forma rettangolare, circolare o ellittica, spesso con abside finale, con nicchie e prospetto a colonne, di grande effetto scenografico.


OINOCOE (v. olpai) – Brocca dall’imboccatura generalmente trilobata, anche se negli esemplari più antichi è presente un solo beccuccio per la fuoriuscita del liquido. Ci sono giunti esemplari in terracotta e in metallo.


OLLA – Vaso d’uso comune, panciuto e fornito di coperchio, usato per cuocere le vivande o conservare i cibi; talvolta utilizzato anche per conservare le monete o le ceneri dei defunti, prima che prevalesse il rito dell’inumazione.


OLPAI – Nell’antica Grecia, vasi attici del VI secolo a.C., o etruschi che li imitano. Simili all’oinocoe, da cui si distinguono per la bocca circolare, il collo cilindrico e il ventre leggermente espanso.


ONERARIA – Dal latino onus, oneris “onere, peso”. Nome generico delle navi da carico presso gli antichi romani.


OPERA MORTA – Le parti dello scafo situate sopra la linea di galleggiamento.


OPERA VIVA – Le parti dello scafo situate sotto la linea di galleggiamento.


OPUS LATERIORUM – Il rivestimento esterno dei muri, realizzato in mattoni.


OPUS QUADRATUM – In questo caso la tecnica è fondata sull’uso di blocchi lavorati di pietra, di forma quadrangolare, posti in file regolari.


OPUS RETICULATUM – Tecnica costruttiva romana, consistente nel rivestire con elementi piramidali, di tufo o di calcare, il nucleo interno di un muro, disponendoli in un regolare reticolato diagonale.


ORDINATA – Ogni sezione trasversale della carena, anche l’ossatura o costa dello scafo giacente nello stesso piano trasversale.


OSCI – Antica popolazione della Campania, nata dalla fusione dei Sanniti con gli Opici verso il V secolo a.C.


OSCILLA – Dischi dipinti che a Roma venivano appesi agli alberi in occasione delle feste in onore di Bacco. v. anche costellazione della Vergine.


PAIOLATO – Tavole lignee piane, sovrastanti la chiglia di un’imbarcazione, così da consentirne il calpestio.


PARAMEZZALE – Robuste travi longitudinali disposte nel fondo della nave, sulla chiglia e di fianco ad essa, e connesse con i madieri, in modo da costituire una solida intelaiatura.


PATERA – Utensile simile ad una bassissima scodella senza orlo nè anse; spesso aveva al centro un rialzo, cavo nel lato opposto, per meglio afferrarla. Era metallica o d’argilla, talvolta verniciata di nero o con rilievi che imitavano lo sbalzo su metallo.


PAVONAZZETTO – Roccia calcarea costituita da frammenti di marmo bianco con cemento di colore paonazzo, di bellissimo effetto, usato come materiale decorativo.


PILEO – Presso i Romani il pileus era indossato dagli schiavi affrancati, divenendo pertanto simbolo di libertà riconquistata: Bruto lo fece incidere tra due pugnali sulle monete coniate dopo l’uccisione di Cesare. Con lo stesso significato simbolico fu adottato dai rivoluzionari francesi, al punto che sulle carte nautiche successive al 1789 il nord viene indicato non più con il fior di giglio tradizionale, bensì con una lancia sormontata da un berretto frigio, tipico della Frigia e della Troade. E’, infatti, simile al copricapo floscio, con la punta ripiegata in avanti, indossato dai Persiani, che i Greci consideravano tipico dei popoli barbari. Con tale berretto era per esempio rappresentato il pastor frigio Paride.

PINAX (pinace) – Presso i Greci era la tavoletta di legno o di terracotta, variamente trattata a seconda dell’uso cui era destinata, su cui si scriveva, si dipingeva, si redigevano i conti, si elencavano gli aventi diritto alla parola in un’assemblea, si incidevano scene sacre a scopi votivi.

PIRIFORME – Dalla forma di pera.


PISSIDE – In origine indicava un vasetto di bosso per contenere piccoli oggetti: era di legno, di argilla o d’avorio. Successivamente il nome si è esteso a designare un vaso sacro a forma di coppa.

PITHOI – Vaso di terracotta di forma troncoconica rovesciata, con larga bocca; aveva per i Greci la stessa funzione dei dolium per i romani.


PORPORA – Il Club Archeomedia segnala che, grazie a un batterio che è possibile trovare nelle comuni telline, un chimico britannico ha scoperto con quali sostanze naturali gli antichi romani tingevano di porpora le toghe degli imperatori, che prediligevano questo colore, simbolo del potere imperiale. Sembra che persino Cleopatra facesse tingere di porpora le vele della sua nave.

Il procedimento era rimasto segreto da allora, ma lo studioso lo ha svelato studiando il processo di fermentazione di pigmenti indaco provenienti da una pianta di guado. In collaborazione con altri ricercatori, egli è stato in grado di individuare il ruolo fondamentale svolto da un batterio nella riduzione chimica dei pigmenti, in modo che si dissolvano in soluzione. Il batterio per il porpora imperiale era derivato dai murici, un genere di molluschi, cui sono affini le telline: lo studioso ne ha lavate alcune, le ha messe in un tino con un po’ di pigmento porpora e cenere di legno per impedire che il tutto si acidificasse, e ha lasciato riposare la mistura a 50 gradi C. per circa 10 giorni. Gli oggetti intinti nel pigmento inizialmente hanno assunto un colore verde ma poi, a contatto con la luce, sono diventati porpora.
(Da Archeomedia newsletter n. 25 , 2003)


POSIDONIE – Genere di piante comuni nei bassi fondali pietrosi o sabbiosi, lungo le coste del Mediterraneo, presenti fino alla profondità di circa 30 metri.


PROTOME – Elementi decorativi costituiti dalla testa, e talora anche da parte del busto, di figure umane, animali o fantastiche; si trovano in architettura, in scultura, nella ceramica a rilievo.


RHYTON – Vaso per libagioni, realizzato in pietra semipreziosa, terracotta, metallo o faience, a volte decorato con motivi in rilievo. Molti erano zoomorfi o riproducevano le testa di animale; altri erano conici, ovali o sferici.


ROMANO DI STADERA – Peso equilibrante relativo a un tipo di bilancia formata da un’asta, su cui si sposta il peso “romano”.


ROSTRO – Arma offensiva delle antiche navi da guerra, costituita da uno sperone innestato nella prora, con la funzione di perforare le navi nemiche.


SATIRI – Chiamati anche Sileni, sono demoni della natura, seguaci di Dioniso. A volte sono rappresentati come metà uomini e metà cavalli; a volte, invece, la metà inferiore del corpo è quella di un caprone. Con il passare del tempo si perde la connotazione animalesca ma resta la coda. Li si immaginava mentre danzavano nei boschi, perennemente insidiando Menadi e Ninfe.

SCARABEO – Coleottero adorato dagli Egizi come simbolo del Sole.

SCASSA – Alloggio dove si incastra il piede dell’albero di un’imbarcazione.


SENTINA – Parte interna e più bassa del fondo della nave, dove si raccolgono le acque penetrate dall’esterno.


SIGILLATA (TERRA) – L’argilla compatta e ricca di ossido di ferro, con cui si fabbricano i vasi ornati di decorazioni impresse a rilievo. Le fabbriche più antiche sono ad Arezzo.


SIMA – Parte terminale di un tetto, con i gocciolatoi per lo scolo delle acque piovane.


SISTRO – Strumento musicale con anima per lo più metallica a forma di ferro di cavallo, teso verticalmente da asticciole trapassate da dischetti, che producono un suono con il movimento ritmico dello strumento.

SITULA – Vaso metallico a corpo troncoconico con la parte stretta in basso, con spalla arrotondata oppure a spigolo.


SKYPHOS – Nome di un tipo di vaso greco, dal corpo troncoconico rovesciato e dalle pareti un poco incurvate, con due anse e ampia imboccatura.


SPATHEION – Spatola consistente in una lamina metallica sottile, a bordi smussati, con un manico.


STATERE – Moneta greca che ebbe il suo massimo corso nei sec. VI – IV a. C., in oro o in argento, di valore pari a due dramme.

STEATITE – pietra tenera griogio-verde, usata per realizzare sigilli e piccoli oggetti.


STEATOPIGI – Idoli di donne dalle forme moto accentuate.


STILO – Strumento per scrivere, costituito da una particella di osso o metallo, appuntita da una parte, mentre dall’altra è piatta per spalmare la cera sulla tavoletta.


STREMMA – Unità di misura di superficie usata in Grecia, corrispondente a dieci are.


STRIGILI – Strumenti in bronzo usati per detergere il corpo dopo il bagno. Costituiti da un manico dritto e da una parte curva e concava che veniva passata sulle membra.


TAUROCATAPSIA – Attività acrobatiche in groppa al toro.

TENIA – Benda con cui si cingeva il capo il sacerdote o il vincitore; indicava che colui che la portava era sotto la protezione della divinità.


TETRADRAMMA – Moneta greca, specialmente ateniese, in argento, del valore di quattro dramme.

TIMPANO – Parte del muro di facciata che sormonta la linea di gronda del tetto.


TIRSO – Bastone simile a uno scettro, sormontato da un fitto intreccio di foglie d’edera avviluppate, tipico di Dioniso e dei suoi seguaci, Satiri e Baccanti.


TRAPEZOFORO – Sostegno di piano orizzontale e quindi supporto di tavola. Quelli rinvenuti sono in bronzo o in marmi, spesso riccamente ornati.


TRICLINIO – La “sala da pranzo” dei Romani, così chiamata dai tre letti (complessivamente detti anch’essi triclinio), disposti su tre lati della tavola, sui quali si adagiavano a tre a tre i commensali, in ordine di importanza.


TRIGLIFI – Decorazione dei fregi, nei templi dell’ordine dorico, posta tra le metope e costituita da tre scanalature verticali (glifi) alternate a superficie piane.


TRILICNE – Lucerna con tre becchi e tre luci.


TUBERCOLO (COPERCHIO) – Piccola escrescenza per la presa del coperchio.


VIVARIUM – Vasche per l’allevamento dei pesci ma anche ogni recinto o parco, dove si tenevano animali selvatici o fiere.


ZIRO – Altro nome con cui ci si riferisce al dolium.

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