Miti e Leggende

Ciclopi

I ciclopi sono dei personaggi della mitologia greca. Si trattava di divinità dotate di un solo occhio. Il loro nome infatti deriva dal greco κυκλος ωψ, ‘occhio a cerchio’. Nel mito di Esiodo, cioè nella Teogonia, i ciclopi sono descritti come i Titani, quindi son anch’essi figli di Gea ed Urano. I loro nomi sono Stereope, Arte, e Bronte. Sono creature prodigiose, che conoscono l’arte di come lavorare i materiale, specialmente il ferro. Secondo la leggenda, essi fabbricavano i fulmini per Zeus. 

In Omero i ciclopi sono protagonisti di diverse parti del mito. Nel libro IX, quando Odisseo incontra in Sicilia i ciclopi, essi però sono dediti alla pastorizia e non alla lavorazione del ferro. 

“Questi si affidano

ai numi immortali: non piantano alberi,

non arano campi; ma tutto dal suolo

per loro vien su inseminato e inarato,

orzo e frumento e viti che portano vino

nei grappoli grossi, che a loro matura

la pioggia celeste di Zeus”, così li racconta Omero. 

Dei ciclopi incontrati da Odisseo se ne ricorda uno chiamato per nome, Polifemo. Polifemo fece prigionieri Ulisse ed i suoi compagni dopo che essi sbarcarono nella terra dei Ciclopi. Polifemo aveva intenzione di catturarli e di divorarli tutti. Ulisse, allora, con uno stratagemma, fece bere un forte vino a Polifemo. Assieme ai suoi compagni cavarono l’unico occhio del ciclope, e quindi la mattina fece appendere ciascuno dei suoi compagni sotto la pancia di una pecora mentre Polifemo le portava a pascolare. Così fuggirono tutti: e celebre è la frase che chiude la vicenda, ovvero Polifemo che, resosi conto che i suoi prigionieri stavano fuggendo, ne domandò i nomi: qui Ulisse si tradì, rivelando il suo vero nome. 

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