Miti e Leggende

Acheloo

Acheloo: il protettore delle acque dolci e dei fiumi

Figlio della ninfa Teti e del Titano Oceano (o, secondo altre fonti, di Urano e Gea), o forse ancora del dio del mare Poseidone, Acheloo, in greco Ἂχελῷoς, è una delle più importanti divinità fluviali della mitologia greca.
Proveniente dalla regione dell’Etolia, zona geografica montuosa situata a nord dello stretto di Corinto, Acheloo poteva trasformarsi in qualunque cosa (lo vediamo spesso in forma di toro o di drago). È generalmente considerato protettore delle acque dolci e dei fiumi.  Spesso era anche considerato come un serpente, visto il percorso sinuoso del fiume.

Secondo uno dei moltissimi miti riguardanti questa divinità, Acheloo si era unito sessualmente alla fanciulla Perimele, figlia di Ippomadante, il quale, adirato per la perduta verginità della figlia, la gettò nel fiume. Grazie all’intervento di Poseidone, tuttavia, la fanciulla venne trasformata in un’isola, divenendo perciò immortale.
Acheloo ebbe molte figlie, fra cui le Sirene, avute con la Musa Melpomene, e le Naiadi, ninfe protettrici delle acque dolci.

Troviamo Acheloo nelle dodici fatiche di Eracle, contendente, insieme allo stesso Eracle, della mano di Deianira, figlia del re dell’Etolia. Acheloo era l’unico pretendente che non si era ritirato alla vista del possente Eracle, che indossava la pelle di un leone che aveva ucciso presso Nemea. Nelle Metamorfosi di Ovidio, l’episodio si conclude con una lotta fra i due pretendenti, nella quale Acheloo dimostra le sue capacità di trasformismo: si muta prima in serpente, poi in toro, poi in drago ed infine in un uomo con la testa bovina. Infine, vinto da Eracle, che gli aveva strappato un corno, Acheloo, dopo essersi gettato nel fiume Toante (che, da allora, prese il suo nome, e che oggi è il fiume Aspropotamo) cede alle sue pretese su Deianira. Secondo una delle molte e discordanti versioni del mito, il corno di Acheloo divenne poi la Cornucopia, simbolo di prosperità ed abbondanza (secondo altri la Cornucopia sarebbe invece il corno della capra Amaltea, che allattò Zeus da infante).

Per quanto riguarda il suo culto nell’antica Grecia, Acheloo era considerato padre e protettore di fonti e sorgenti, come le fonti Castalia, Dirce e Pirene, rispettivamente a Delfi, Tebe e Corinto. Le raffigurazioni di Acheloo sono spesso su pitture vascolari attiche (dunque di colore nero e rosso), oppure incise su monete. Spesso la divinità è raffigurata nell’atto di trasformarsi, o durante la celebre battaglia contro Eracle per la mano di Deianira. Quasi sempre, nelle sue rappresentazioni, Acheloo è raffigurato privo di un corno, facendo riferimento naturalmente allo scontro.

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