Miti e Leggende

Arione

Il mito di Arione di Metimna

Arione di Metimna, o di Lesbo, era una figura semileggendaria dell’antica Grecia. Secondo Erodoto, nonché il Lessico della Suda, fu colui che per primo fece del ditirambo, canto in onore del dio Dioniso, un canto corale, facendolo intonare ad un tono di satiri ed unendolo così al dramma satiresco, ponendo le basi dell’antica tragedia greca, che vide i suoi sviluppi e picchi maggiori con Eschilo, Sofocle ed Euripide.

È legato ad Arione di Metimna anche un mito. Arione era figlio di Poseidone e della ninfa Onea. Era un grande citaredo e molto abile nel suonare la lira. Il suo protettore, il re di Corinto Periandro, lo mandò nelle varie città del Mediterraneo per dimostrare la sua bravura. Dunque Arione si recò fino in Sicilia, come racconta anche lo storiografo Erodoto, e lì divenne ricco grazie alla sua arte. Mentre si trovava in alto mare, tuttavia, l’equipaggio decise di derubarlo ed ucciderlo. Come suo ultimo desiderio, Arione chiese di poter cantare con la lira un’ultima volta. Indossate le sue più belle vesti, il citaredo iniziò a suonare e la musica attirò un gruppo di delfini.

Subito Arione si gettò in mare e fu preso in groppa da uno dei delfini, che lo portò sulla spiaggia vicino a Corinto. Lì raccontò la sua storia a Periandro, che si rallegrò del fatto che fosse sopravvissuto. Una volta tornati i marinai, raccontarono che Arione era morto, e loro l’avevano sepolto (secondo Erodoto, i marinai giurarono che Arione era rimasto in Italia). Il re mostrò loro che Arione era lì, vivo e vegeto, e li fece crocifiggere. Come racconta Igino nelle Fabulae e nel De Astronomia, Apollo e il delfino divennero le costellazioni della Lira e del Delfino.

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