Miti e Leggende

Inaco

Inaco: divinità fluviale e re di Argo

Ἴναχος in greco, Inaco, oltre ad essere una divinità fluviale (sarebbe infatti la personificazione del fiume che scorre tutt’ora, e che si gettava nel lago Acheloo), era un mitico re di Argo, nella mitologia greca. Secondo Strabone, il fiume che si gettava nell’Acheloo era lo stesso fiume Inaco che si trovava nell’Argolide. Inaco era figlio di Oceano e della ninfa Teti. Fu colui che condusse gli Argivi dalle loro montagne native fino alle pianure di Argo, che resero fertili e adatte ad ospitare un insediamento. Dalle acropoli di Larisa e Aspide nacque in seguito la città di Argo. Sorse tuttavia una disputa fra Poseidone ed Era, su chi dovesse regnare sulla città. Zeus affidò il giudizio agli dei-fiumi Cefiso, Asterione ed Inaco, che scelsero Era. Per vendicarsi, i fiumi giudici vennero disseccati da Poseidone. Questa siccità fu poi rimediata da Poseidone stesso, per amore della Danaide Amimone (come è narrato nel dramma satiresco eschileo “Amimone”).

Inaco sposò Melia, sua sorellastra, figlia di Argia, ed ebbero tre figli: Foroneo, Egialeo, e la fanciulla Io. Zeus se ne innamorò, ed Inaco consultò gli oracoli di Delfi e Dodona per scoprire a cosa quell’amore avrebbe condotto. Gli oracoli gli dissero di allontanare Io dalla sua terra, altrimenti essa sarebbe stata devastata dall’ira di Zeus. Inaco così fece, maledicendo Zeus, che rapì Io mentre si incamminava. In seguito Zeus, per vendicarsi della maledizione di Inaco, lo fece impazzire. Inaco scomparve presso il fiume Aliacmone, che prese il suo nome. In seguito Io fu tramutata in giovenca, o da Zeus per sottrarla alla gelosia di Era, o dalla stessa Era gelosa, che vi pose il gigante dai cento occhi Argo come guardiano. Discendenti di Io furono gli Egizi, Eracle, Cadmo e Labdaco, e dunque Laio ed Edipo. Troviamo citato il mito di Io, in versioni diverse, in Erodoto, Bacchilide, Eschilo (Prometeo Incatenato, Supplici), Sofocle (Inaco).

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